"Ecce deus fortior me, qui veniens dominabitur michi".
Questa forma di espressione è una chiamata alla quale mi diviene impossibile sottrarmi, un dio più forte di me, che viene a dominarmi, concedendomi spazi di atemporalità in cui è riconoscibile soltanto una inarrestabile metamorfosi.
Dietro alle immagini prodotte non vi è pretesa di produrre un messaggio, quanto un invito per chi guarda ad aprire il senso.